“Non definirsi in base alla relazione, ma in base alla relazione che abbiamo con noi stessi rispetto ad essa”.

Il Potere delle Fiabe nell’Inconscio Collettivo
Le fiabe hanno sempre occupato un posto speciale nella psiche umana. Non sono solo storie per l’infanzia, ma intrecci di archetipi universali che riflettono le nostre paure più profonde, i desideri e i percorsi di trasformazione. Carl Jung, psichiatra svizzero e pioniere della psicologia analitica, sosteneva che miti e fiabe rispecchiano i modelli universali dell’esperienza umana, rivelando i movimenti nascosti della nostra psiche e illuminando parti di noi che spesso non riconosciamo.
Una delle fiabe più conosciute—la storia della principessa e del ranocchio—descrive un processo psicologico profondo. Il piccolo ranocchio disprezzato rappresenta le parti di noi stessi che rifiutiamo, giudichiamo indegne o nascondiamo nell’ombra. Quando la principessa osa interagire con ciò che inizialmente trova ripugnante, avviene la trasformazione: il ranocchio diventa un principe. Questa storia non parla solo di un amore esterno, ma di un’alchimia interiore—l’integrazione dell’ombra, l’abbracciare ciò che respingiamo dentro di noi per scoprire una saggezza più profonda, la completezza e la sovranità interiore.

Ma cosa accade quando non affrontiamo le nostre ombre?

L’Ombra nelle Relazioni
Jung definiva l’ombra come quelle parti di noi che inconsciamente reprimiamo o neghiamo: le nostre paure, ferite, desideri inespressi e persino i nostri talenti nascosti. Anche se crediamo che le relazioni siano fatte di amore, connessione e compagnia, spesso esse diventano uno specchio che riflette proprio quegli aspetti di noi stessi che non abbiamo ancora integrato.
Molti di noi cercano inconsapevolmente una relazione per colmare qualcosa che sentiamo mancante dentro di noi. Desideriamo un partner che offra felicità, stabilità o un senso di realizzazione. Questo è un desiderio naturale e profondamente umano. Ma porta con sé un’ombra: quando carichiamo l’altro del peso dei nostri bisogni insoddisfatti, entriamo nelle relazioni con aspettative irrealistiche, sperando che ci salvino dal nostro vuoto interiore.
Col tempo, questo crea cicli di proiezione e disillusione. Possiamo trovarci delusi quando il partner idealizzato non riesce a soddisfare le nostre richieste inconsce e così incolparlo per la nostra insoddisfazione, cercare eccitazione altrove o compiere scelte impulsive che destabilizzano la relazione—tradimenti, rotture improvvise o chiusura emotiva. Il problema non è la relazione in sé, ma le ombre non riconosciute dentro di noi.
Baciare il Proprio Ranocchio Interiore:
La Trasformazione del Sé
La vera trasformazione avviene quando spostiamo il focus dentro di noi—quando “baciamo il ranocchio” che vive in noi.
Significa affrontare le parti di noi che abbiamo respinto, stare con la nostra solitudine anziché cercare qualcuno che ci distragga, confrontarci con la paura di non essere abbastanza invece di pretendere continue conferme e abbracciare la nostra complessità, invece di aspettare che sia qualcun altro a “risolverci”.
Le relazioni più potenti non sono quelle che ci completano, ma quelle che sostengono la nostra interezza.
Quando smettiamo di definirci in base a chi abbiamo accanto e iniziamo a nutrire la relazione con noi stessi, ci liberiamo dai cicli di proiezione. Le relazioni diventano uno spazio di autentica connessione, anziché un campo di battaglia per i nostri bisogni insoddisfatti.
Takeaway:
- Accogli ed integra le parti di te stesso che rifiuti e sopprimi
- Concentrati sul tuo mondo interiore—ombre, paure e desideri
- Smetti di fare affidamento sulle relazioni esterne per definirti
- Rompi i cicli di proiezione
- Costruisci relazioni interdipendenti e non co-dipendenti
Sfida della settimana
Prenditi del tempo per investigare su:
-Quale parte di te sta aspettando di essere vista?
-Quali aspetti di te stessa/o attendono il tuo “bacio “di accettazione e amore?
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